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sabato 2 marzo 2013
Esci da Matrix... PENSA, RIFLETTI!
Ad appena un mese di vita verrà strappato alla mamma e stipato in un tir per essere trasportato. Se sopravviverà al viaggio estenuante, senza cibo né acqua, arriverà nell’inferno del macello.
Immobilizzato, stordito e infine sgozzato, morirà lentamente, per dissanguamento. Mentre ciò avviene gli altri agnellini assistono al massacro, percepiscono l’odore del sangue e attendono terrorizzati il loro turno, per essere poi uccisi allo stesso modo. Ogni anno 900.000 agnelli, tolti prematuramente alle proprie madri, vengono immolati per le tavole degli italiani, in nome della tradizione.
Strappati alle madri quando hanno loro come unico riferimento, gli agnelli i capretti, dapprima tosati, vengono caricati sui camion per il trasporto verso i macelli. I più fortunati fanno pochi chilometri. Molti, i più, attraversano l’Inghilterra o la Spagna e la Francia per arrivare in Italia, spesso l’attraversano alla volta della Grecia. Strade e mare, attese ai valichi ed ai porti. Ore ed ore, giorni, conditi da stress, paura, disperazione, fame, sete. La discesa dal camion porta ad un solo luogo: il macello. La morte. Morte che arriva senza stordimento, nell’attesa possono solo guardare gli altri sventurati compagni di viaggio morire.
Gridano tutti, potremmo tradurre: mamma dove sei? aiuto!
Milioni di agnelli messi a tacere per sempre, dopo aver pianto tutto il loro dolore e tremato di terrore e paura. E anche il silenzio delle loro madri, milioni di pecore ammutolite dallo sgomento, dopo aver belato per giorni per la perdita dei loro piccoli.
Gli agnellini poi riappaiono sui banconi dei macellai e dei supermercati, interi o fatti a pezzi, gli occhi velati nell'ultimo sguardo spaventato prima della morte e i dentini serrati che sembrano quasi sorridere. Martiri innocenti di una guerra fatta in nome dell'ingordigia e dell'ignoranza, come vuole la tradizione pasquale. Investendo di crudeltà una celebrazione che per ogni cristiano dovrebbe avere un valore esclusivamente spirituale, festeggiando con un'onda di morte la vita eterna di Cristo.
UN PARADOSSO che spogliandosi dell'IPOCRISIA salterebbe agli occhi anche del più sprovveduto degli uomini, ma che invece si perpetua ogni anno allargando sempre di più il business carnivoro e il divario fra realtà e coscienza. Trasponendo a livello di massa la barbarie dei sacrifici rituali di animali fatti in passato da sacerdoti e vati.
Pasqua è sinonimo di primavera, e primavera è sinonimo di risveglio e di vita. Le piante mettono le prime foglioline di un verde squillante, il canto degli uccellini si fa pieno di allegria e sfumature, ai margini dei campi esplodono nuvole dei biancospini fioriti e nel sottobosco spuntano crochi, violette e pervinche, mentre qualche timida ginestra annuncia già il suo profumo. Un risveglio alla vita che riempie di gioia il cuore degli uomini, gratificando lo sguardo con il verde dei campi che ogni giorno diventa più intenso dopo i colori appassiti dell'inverno.
Un rinnovamento globale della natura che si proietta nell'anima e la rigenera, facendoci profondamente partecipi del ciclo della vita che rinasce. Ed è proprio in questo contesto che muovono i primi passi gli agnellini e i capretti nati con la luna piena di febbraio, pronti a godere la vita con tutta l'energia della nuova vita che nasce. Inermi creature dotate di una bellezza e una grazia che commuove chiunque, anche l'orco che presto li divorerà.
Perchè l'essere umano è così, si commuove accarezzando un agnellino e vedendolo saltellare felice insieme al resto del gregge, ma è pronto a ucciderlo, spellarlo, squartarlo, cucinarlo e mangiarlo. Senza battere ciglio e senza commuoversi per la sua triste sorte. E lo stesso vale per tutti gli animali considerati commestibili dall'uomo, intenerito dalla bellezza innocente dei cuccioli ma incapace di rinunciare al suo cannibalesco piacere.
Fa che la TUA sia una PASQUA DI VITA e non di morte!
"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. »
(Mahatma Gandhi)
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