lunedì 6 febbraio 2012

MY GHOST

Era la tarda primavera del 2009 e mi venne proposto di pendere parte ad un progetto per la realizzazione di un fumetto che sarebbe dovuto comparire sul settimanale dell'Informatore Lomellino.
L'editore del giornale sperava infatti di avvicinare, attraverso un fumetto "locale" ambientato in Lomellina (Capitan Nova(ra) doget), giovani lettori al settimanale.

All'inizio, l'idea di Alfredo Panzeri, autore di Lino Lomel, nonchè amico che mi ha coinvolto in questo nuovo progetto, era ben lontana da quello che alla fine sarebbe venuto fuori.
Viste le esigenze dall'editore, infatti, fui io a proporgli di trasformare il tutto in una storia più drammatica e, in una certa misura, più simile a un manga.

Così, dall'idea iniziale di Alfredo, grazie al sottoscritto, si arrivò a questo "MY GHOST".

Come succede in questi casi, quando chi ti commissiona un progetto non si rende conto del lavoro che c'è dietro, sul settimanale sarebbe dovuto approdare tutto e subito, e a poco valsero le mie parole sul fatto che per preparare un buon progetto bisognava prima di tutto andare un attimo con calma, creare una buona storia e, almeno, programmare le uscite facendo delle "scorte" di episodi, così da non arrivare con il fiato corto.
No, si sarebbe usciti entro 1 settimana, 2 al massimo!
Quindi, feci spallucce e iniziai questa nuova avventura cercando di accontentare il cliente nei limiti di tempo zero!
Così, creata una bozza di storia che per la maggiore mi avrebbe garantito di non fare puttanate con buchi logici o altro, partii a spron battuto per realizzare in men che non si dica gli episodi!

Il fumetto, naturalmente, non venne minimamente pubblicizzato neppure sul giornale che lo pubblicava e, dopo 6 o 7 uscite (non ricordo neppure se l'episodio 8 uscì oppure no), chiuse i battenti, come era logico aspettarsi.
Probabilmente, pensavano che bastasse mezza pagina dedicata ad un fumetto non pubblicizzato e posizionato, per giunta, in fondo al giornale per garantire chissà che vendite stratosferiche nella fascia degli adolescenti.

A questo punto qualcuno potrebbe dire:
"ma se sei un professionista, perchè hai accettato un lavoro simile, in tempi così stretti e per un giornale che poi non ci credeva neppure più di tanto?"

Per soldi, naturalmente!

Certo, sono comunque affezionato anche a questo mio progetto, che in parte mi sono anche divertito a realizzare (soprattutto all'inizio), ma se ho deciso di sottostare a quelle richieste è solo per soldi!
Oltre ai lavori che già portavo avanti, infatti, questo fumetto, che iniziavo e finivo in poche ore a settimana, da solo mi garantiva uno stipendio mensile più che soddisfacente e, in un momento in cui dovevo arredare la nuova casa, non mi faceva certo schifo!

Così, iniziai a sfornare questi episodi a velocità stratosferica... arrivavo a venerdì che ancora non avevo fatto una pippa, ma tra il sabato mattina e la domenica mattina l'episodio era pronto!

La cosa che forse mi faceva perdere più tempo erano i retini che appiccicavo con photoshop attraverso un sistema astruso.
Comunque, il tipo di racconto "stile manga" mi permetteva di realizzare vignette con foto (che scattavo in giro) e questo ammorbidiva di molto il lavoro!

Poi, mentre lavoravo anche agli altri miei lavori e a quelli per altri clienti, iniziai ad occuparmi anche del film del Capitano e il lavoro a questo fumetto "da finire entro domenica perchè usciva di lunedì" divenne una specie di spada di Damocle settimanale! Proprio in quel momento, però, arrivò la chiamata dell'editore che diceva di aver cambiato idea!
Non sapevo se essere triste o contento... ma, devo dirlo, ormai l'arredamento me l'ero fatto e quindi sì, ero contento!

Morale della favola?
Beh, questo editore voleva un fumetto in tempi strettissimi (diciamo anche in tempi impossibili), ma pagava bene (molto bene) e io l'ho accontentato, punto!

Tengo molto alla protagonista Miriam perchè è un mio personaggio come tutti gli altri da me creati, ma diciamo che è stata un po' sfortunata... se non altro, mi ha aiutato a rimpinguare il mio conto in banca!

Grazie, Miriam... grazie, My Ghost!

Ah, questo post l'ho fatto per far capire che non sono uno di quelli che si vergognano ad ammettere di lavorare anche solo per soldi! E, in più, non sono neppure uno di quelli che si nascondono dietro ad uno pseudonimo per firmare lavori mercenari ... il "Fumettista Esplosivo" rimane sempre il "Fumettista Esplosivo"!

Comunque, nonostante tutto... a me MY GHOST piaceva un sacco!
E chissà che un giorno non lo riprenda in mano...

Prima di concludere, ecco gli episodi usciti che, vi faccio notare, erano già stati pensati ai tempi per essere pubblicati in un formato da "web".









6 commenti:

  1. Secondo me è un'anomalia tutta italiana quella di intendere il fumetto come "arte" nel senso purista del termine (arte per amore dell'arte, che non dev'essere sporcata dal vil denaro).
    Personalmente direi che il fumetto è per sua natura (e struttura) un prodotto commerciale, a cominciare dal fatto che è periodico e seriale. Tendo a concordare ad esempio con gli autori americani, che si considerano non solo artisti, ma anche veri e propri artigiani.

    Fare un fumetto solo per trasmettere un messaggio personale, senza tenere conto delle mille sfaccettature commerciali, può anche succedere nella vita di un autore (e se è particolarmente fortunato gli può persino capitare di essere pagato per farlo), però se guardiamo alla schiera immensa di fumettisti che tutti i giorni devono guadagnarsi la pagnotta con il loro lavoro, mi pare evidente che non si possa pretendere che avvenga sempre così.

    Io sono convinto che fare fumetti per soldi non involgarisca il lavoro di chi li fa (così come vendere mobili in legno fatti a mano non involgarsce il lavoro di chi li intaglia).
    Al contrario ammiro chi, come Fabrizio, riesce ad ingegnarsi per ottenere un prodotto dignitoso nonostante vincoli pesanti (tipo: fare da zero un fumetto in una settimana).
    D'altra parte saremmo tutti capaci di realizzare un'opera magnifica avendo a disposizione infinito tempo e infinite risorse, mentre per ottenere un buon risultato in condizioni difficili... è lì che serve un vero artista! ^__^

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    1. "Personalmente direi che il fumetto è per sua natura (e struttura) un prodotto commerciale, a cominciare dal fatto che è periodico e seriale. Tendo a concordare ad esempio con gli autori americani, che si considerano non solo artisti, ma anche veri e propri artigiani."

      Bravo, ben detto!^^
      In effetti, è proprio un'anomalia tutta italiana quella di intendere il fumetto SOLO come arte!

      E io che mi aspettavo commenti negativi in cui mi si fregiava come vile "mercenario!"

      Piuttosto.. ti è arrivato il pacco?

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    2. Ancora no.
      Quando l'avete spedito?

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    3. Giovedì o venerdì, ora non ricordo... ma entro oggi o domani dovrebbe arrivarti.

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  2. Ma sai che stavo pensando a questa serie proprio in questi giorni? Avevo letto solo due episodi, poi non ne ho saputo niente. Ora recupero.
    Nel caso di un ritorno, potresti farle conoscere Dottor Torino, tanto per stare sull'argomento.

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  3. Quando si dice il caso, eh?

    A proposito di Dottor Torino... nei prossimi giorni metto qualche news.

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